Joseph might still be trying to get Dolores to resign, Tonio might have woken up and sniffed the coffee regarding VAT and vehicles but hey there is only one country that gets its priorities right. They may form part of the world economic slump and many financial eyes may be pointed at developments in their electoral back yard but hey the nation of the pentacampeon cannot really be so bothered with this political and economic nonsense.
J’accuse’s man in Brasil reports the following news from Brasilia:
Comunque qui sono tutti impazziti per la Coppa. Ad esempio:
1-Banche e uffici pubblici resteranno CHIUSI nei giorni delle partite del Brasile
2-I produttori di birra sono in crisi; non riescono a trovare abbastanza lattine e bottiglie per soddisfare la domanda dei torceadores brasileiros
3-Hanno montato un palco di mezzo chilometro sulla spiaggia di Copacabana
4-La campagna elettorale é sospesa fino al giorno della finale
That translates basically to: (1) shops close on the day of Brasil’s matches (and presumably no €700 payment to open); (2) the most worrying crisis at thsi time is the beer shortage; (3) Copacabana will be the place to dance samba in June (nothing changes there) and finally (4) NO ELECTION CAMPAIGN TILL AFTER THE FINAL. This is the country whose greatest depression was NOT economically related. It was that damnèd day back in 1950 where Varela’s Uruguay sent a whole nation in mourning.
With values like these I’d love to be able to cry out: Eu também sou brasileiro!
(two brazil drink ads: Skol & Guarana Antartica)
Il processo Calciopoli 2 continua oggi. Mancini ridimensiona le sue allegazioni del 2006… toh ne esce fuori un bel niente. Si continua però a scoprire i rapporti stretti di Giacintone con le terne arbitrali. Celebrate anche questa? All-night a Milano forse? Ma fateci il piacere. Vigliacchi e imbroglioni – questo si che è un record!
Calciopoli, Mancini ridimensiona le accuse del 2006
È durata poco più di 10 minuti l’attesa deposizione di Rioberto Mancini al processo di Napoli, anche perché gli avvocati della difesa hanno rinunciato a porgli domande. Con l’allenatore del Manchester City ed ex allenatore dell’Inter ha interloquito invece il pm Capuano, che si è soffermato anche sull’ormai celebre telefonata tra Facchetti e Bergamo, per ironia della sorte scovata dai difensori, segno che ormai anche l’accusa si avvale del lavoro della controparte.
Ma sono state soprattutto le proteste per i presunti torti arbitrali quando era alla guida dell’Inter in alcune partite del campionato 2004-2005 l’argomento al centro della deposizione. In particolare, Mancini si è soffermato su Roma-Inter arbitrata da Rosetti e finita 3-3. «Io spesso ho avuto episodi di liti con arbitri – ha detto fra l’altro Mancini – ma a fine gara, presi dalla foga, se ne dicono tante. Nella foga della partita a Rosetti ho detto “pagherete tutto, tu e i tuoi amici di Torino” e alludevo a Moggi, perché pensavo che, essendo lui (Rosetti, ndr) di Torino, avesse a che fare con quelli della sua città. Ma non so niente di particolare a riguardo. Ho fatto un collegamento facile perché pensavo fossero amici. Conosco Moggi da sempre, ma nello specifico il collegamento con Rosetti era dovuto al fatto che l’arbitro è di Torino». Una delle accuse più pesanti rivolte da Mancini a Moggi nel maggio 2006 era quella di avere più volte visto il dg della Juventus negli spogliatoi degli arbitri.
Ora il tecnico jesino fornisce una versione più morbida: «Ho visto Moggi più di una volta nello spogliatoio degli arbitri, ma quiesta era una prassi anche di altri dirigenti di società. Era una cosa che capitava. Magari negli altri casi si poteva trattare di dirigenti addetti agli arbitri, ma non so fornire il nome degli altri dirigenti che mi è capitato di vedere nella mia carriera».
Altro match preso in esame dal pm, la finale di Supercoppa italiana Inter-Juve. In quell’occasione, disse Mancini quattro anni fa, Moggi scese quasi in campo, posizionandosi tra le due panchine durante i supplementari. Adesso il tecnico marchigiano specifica meglio: «Di sicuro era fuori dal terreno di gioco. Ricordo che è successo in quella occasione, non so se è successo in altre, non venne allontanato dall’arbitro». Il pm Capuano a questo punto contesta a Mancini la diversa versione fornita nel 2006: «Lei aveva detto di ricordarlo in altre circostanze. E poi aveva anche detto di non avere mai visto altri dirigenti entrare negli spogliatoi degli arbitri».
Alla fine il pm pone un’altra domanda: «Ricorda di problemi con Bertini su Inter-Perugia? (in realtà si trattava di Perugia-Inter 4-1 con un gol segnato da Rapajc di mano, ndr)». Mancini questa volta proprio non può rispondere, perché all’epoca dei fatti era impegnato altrove: «Non ero l’allenatore dell’Inter in quella stagione e non ricordo comunque problemi particolari con Bertini». Eppure dalle telefonate Bergamo-Facchetti e Bergamo-Bertini, pubblicate in questi giorni, i lamentii per le designazioni dell’arbitro aretino da parte interista sono sotto gli occhi di tutti.
LA TELEFONATA – La sera del 12 maggio 2005, al termine della partita Cagliari-Inter (11), l’arbitro Paolo Bertini chiama il designatore Paolo Bergamo per lamentarsi delle pressioni di Giacinto Facchetti prima dell’inizio dell’incontro. «Sa, questa è la tredicesima partita, eh? – dice all’arbitro negli spogliatoi il presidente dell’Inter -. Per ora siamo in perfetta parità: quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate. Eh, sa, per l’Inter non è che sia un grande score». «Non è stato piacevole – commenta Bertini con Bergamo -. A volte è imbarazzante una premessa del genere». Si discute del mani fuori area di Carini, portiere interista, poi si va sulla visita di Facchetti a Bertini, evidentemente all’oscuro del tema della telefonata BergamoFacchetti sul 4-4-4 (ma Bergamo faceva così: la dava calda a molti, forse a tutti).
L’INTERCETTAZIONE
BERGAMO- Pronto?
BERTINI – Sei a letto, Paolo eh?
BERGAMO – No, se. Allora?
BERTINI – Com’è andata, che mi dici?
BERGAMO – Mah, ho visto l’ultima mezz’ora perché m’avevano avvertito di questo fallo di mano che. No, non è mica espulsione comunque.
BERTINI – Quella non è espulsione.
BERGAMO- No, non è mica una chiara occasione da rete.
BERTINI – Ma poi si può fare una disposizione di carattere tecnico su tutto ma non c’ha? Forse la mancata percezione di dove fosse come posizione ma non può essere ritenuta una occasione di?
BERGAMO- No, assolutamente.
BERTINI – È stato quello l’unica cosa.
BERGAMO- Protestavano un po’ quelli dell’Inter, so’ un po’ insofferenti, quando?
BERTINI – Eh, me ne so’ accorto. È stata una remata dal primo minuto, poi, eh? Non capisco, non capisco perché. Tra l’altro c’è stato Facchetti a inizio partita, è venuto dentro lo spogliatoio a salutare con quel fare di sempre. “Ah, sa questa è la tredicesima partita, eh? Per ora siamo in perfetta parità: quattro perse, quattro vinte e quattro pareggiate. Eh, sa, per l’Inter non è che sia un grande score”, ha detto. Quindi l’abbiamo preparata in questo modo la partita.
BERGAMO- Mh, mh.
BERTINI- Eh, non è stato piacevole, non è stato piacevole.
BERGAMO – E bisogna che ci parli, sì. (incomprensibile) .più tranquillo in campo. C’avevo già parlato, gliel’avevo già detto, ma questo non capisce un cazzo.
BERTINI – No, ma ho l’impressione. non so nemmeno l’interlocuzione più giusta quale possa essere perché questa veramente… A volte è imbarazzante. Una premessa del genere. Ci siamo guardati tutti, ci siamo guardati tutti prima della partita.
BERGAMO – Ascoltami, quando avrai buttato giù con me, dopo chiama Gigi (probabilmente Pairetto, ndr) che si è accorto che m’hai chiamato.
BERTINI – Dici? Sì, sì certo.
BERGAMO- Capiscimi.
BERTINI – E quindi, niente, insomma, questa situazione te l’ho detta appunto.
BERGAMO – Grazie, comunque la partita, a parte il clima.
BERTINI – Al di là di questo, insomma la partita è poi andata bene.
BERGAMO- Per quella parte lì che ti diceva, ti ci penso io, dai…
BERTINI – Sì, perché tra l’altro non ha neanche senso. Non mi sembra di avere fatto. Anzi, anzi. Vabbuò.
BERGAMO- Buonanotte, ci sentiamo.
BERTINI – Ci sentiamo domani, va.
BERGAMO- Vabbè grazie, ciao.
BERTINI – Ciao.
Afine gara il presidente Cellino dirà: «Si vede che devono far vincere qualcosa all’Inter. A questo punto non so se serva andare a San Siro la prossima settimana».
Inter-cettati fans are extatic. They are at the top European echelon and boy have they worked hard to get there. Pity that footballing spirit has little to do with the work involved. For the inter-cettati to even get a whiff of victory they had to lie low while others around them were being crucified for the ills of italian football. Their phone calls and tampering with referee lists would pass unnoticed with the connivance of the investigating officers and a very sympathetic press. They would have the main obstacles to their victories eliminated in order to win alone – much in the fashion of the playground spoilsport.
The vulture team would then live off the falsely manufactured twisted image of victim of football and nurture and develop one of the most boring teams ever to be at the pinnacle of European football.- Forget Gullit, Rijkaard and Van Basten, forger Cruyff and Di Stefano, forget Platini, Bettega and Boniek – 45 years on and they can still only produce one type of football : the catenaccio. Watching the game for my sins I could only be reminded of the hundreds of matches Juventus played against minnows who locked 10 of their players in the defending quarter of their pitch and then lobbed the ball up in counterattack. We have seen thefts of the footballing kind before – the mind harks back to the 1990 elimination of Brasil by cocainomani and co in the world cup. Milito’s role has been played by dozens of stalwarts for the minnow teams before with the only difference being that the back five in most minnow teams is not made up of potential world champs. So yes, they built a machine – might as well have built a wall of bricks – it would probably have been just as entertaining.
For this is a complaint from the corners of entertaining football. From those who will not mind being defeated if defeated means outclassed. From those who can admire a fighting Fulham as much as they can admire a creative Barcelona and a triumphant AC Milan in the 90s. It is not a complaint out of jealousy for simply one reason – there is nothing to be jealous about. You will find it hard to remember the name of the team that won the 2010 Champions’ League in the future. Most people will think a team called Mourinho won it. That says much about the personality of the team that won on the pitch. Funny. 45 years ago it was il Mago wot did it. Now it seems to be Mourinho (the press just love him – they had more cameras for him than for Inter-cettati’s motley crew last night). Willl Inter-cettati ever win a Champions League I ask? I’m not holding my breath for another 45 years to find out.
The poetry of the figures involved speaks volumes. 39% possession and 2 shots at goal. Do you see the irony behind the name “European Champions” yet? No? let me help you further. Here is the list of European champions by nationality:
Subs
Ghana: 1
Serbia: 1
Italy (and what a fine example of Italian football) : 1
1/3 was non-european
That makes it 8 out of the 14 players who went on the pitch from outside Europe. And 1 Italian of dubious footballing quality.
Which brings us to the return with the footballing elite. In economic terms the match to watch yesterday was at Wembley. The play-off for the last place in the Premier League was worth 90 million pounds sterling. Twice the worth of the Champions League final. In an exhilarating match Balckpool ousted Cardiff with the odd goal in five. Real football with real emotions still exists somewhere. Ironically the Pool also had a four decade wait to reach their goal. At least one team yesterday can proudly say that it has returned among the elite of european football.
Stasera siamo tutti con(tro di) voi. Auguri Inter-cettati…. 4 anni di lavoro dopo Farsopoli. 45 anni di attesa dall’ultimo catenaccio. Non si aspetta niente di meno questa sera…. Tanti ma tanti auguri…
Lettere da Alfonso Terzoli a Beppe Severgnini. Il perchè dell’antipaticità degl’inter-cettati. And someone please tell “pacliequ” Bondi how to spell “abbiamo”. Ich bin ein bayerischer!
Manninger – Grygera – Cannavaro – Chiellini – Grosso – Salihamidzic – Melo- de Ceglie – Caceres – Diego – Del Piero
Escludendo ulteriori danni fisici (scongiuri dovuti) da qui a mercoledi, la squadra più scudettata d’Italia si trova in una situazione pù che disastrosa. Prima di dare tutta la colpa a Ferrara o al primo giocatore che fa sbagli inutili qui bisogna rivedere il progetto oggettivamente. Troppi (ma davvero troppi) infortuni. Non si puo creare schemi con metà dell’organico fuori uso. Salviamo il posto in Champions e poi si vedrà.
De Ceglie in mezzo al centrocampo, Caceres ala destra e Del Piero unica punta? A questo passo la cosa più interessante da vedere mercoledi contro un Napoli in forma sarà proprio la panchina della Juve. Mi sa che ci sarà Bettega come sostituto.